E’ accaduto in un parco giochi della cittadina polacca di Tuszyn che doveva essere battezzato “Winnie the Pooh”. Ma, proprio sul nome, è scoppiata una vera e propria polemica politica riguardante la sessualità del famosissimo orsetto, eroe di schiere di bambini in tutto il mondo.
Nel dibattito che si è acceso proprio intorno al nome da dare al parco, una parte di persone ha contestato l’abbigliamento di Winnie the Pooh, che come è noto è sempre disegnato “mezzo nudo” con solo una maglietta rossa addosso, e il fatto che non abbia testicoli ne farebbe un ermafrodita.
Non finisce qui, perché la sua passione per il miele ne farebbe un personaggio dal comportamento “da alcolizzato”. Insomma il tenero orsetto rappresenterebbe un pessimo esempio per i bambini.
La riunione dei funzionari è stata registrata di nascosto da un assessore fino a quando non è trapelata sulla stampa locale. Nell’audio si sentirebbe un consigliere discutere sulla sessualità di Pooh e sostenere che “non indossa le mutande perché non ha un sesso”. Un altro consigliere ha poi replicato: “Questo è molto preoccupante! L’autore del cartone animato aveva più di 60 anni e ha tagliato i testicoli di Pooh con la lama di un rasoio perché aveva un problema con la propria identità sessuale”. Aiuto!
Coloro che hanno contestato queste cose al celebre orsetto hanno anche suggerito di usare per il parco il nome di un orso polacco: Mis Uszatek. Sembra che il suggerimento non derivi tanto da un motivo di orgoglio nazionalistico ma perché quest’orso è disegnato completamente vestito (Ah!).
C’è da dire che gli abitanti della cittadina sembrano essersi piuttosto irritati dal fatto che i politici e amministratori locali stiano perdendo molto tempo intorno alla questione della sessualità di Winnie the Pooh che in effetti è un “problema” assolutamente minore (per non dire inesistente) rispetto alle altre urgenze della città.
Puntuale è stata la reazione di un giornale locale che ha dichiarato con una chiara vena polemica: “Winnie the Pooh è un orso poco intelligente. E la stessa cosa si può dire di quelli coinvolti in questa storia”.