Se pensavate che solo Gesù potesse compiere il miracolo di trasformare l’acqua in vino vi sbagliavate.
Da oggi c’è una bottiglia chiamata “Miracle Machine”: voi ci mettete dentro l’acqua et voilà uscirà fuori il vino! C’è perfino la possibilità di scegliere tra vari tipi di vini.
L’idea della bottiglia miracolosa viene dall’azienda californiana Customvine e attualmente è su kickstarter al fine di raccogliere fondi per metterla in commercio. La macchina è stata creata da Kevin Boyer (amministratore delegato di Customvine) e Philip James. A proposito del funzionamento, Boyer ha dichiarato: “Come un miracolo biblico trasforma letteralmente l’acqua in vino, con la sola aggiunta di alcuni ingredienti in una frazione del tempo e del costo che servirebbero normalmente”.
Basta solo aggiungere nella bottiglia una misteriosa bustina degli ingredienti, scegliere il tipo di vino dal menù, aggiungere acqua e far partire la macchina. Si può monitorare il processo collegando la bottiglia “magica” via bluetooth allo smartphone o al tablet con un’app che avviserà quando la fermentazione sarà completata (circa tre giorni).
Più o meno succede questo: una camera di fermentazione utilizza trasduttori elettrici e riscaldatori a pompa per la prima fase di fermentazione. Poi un rifrattometro digitale misura l’indice dello zucchero del liquido mentre un diffusore d’aria passa aria filtrata attraverso un canale “micro-ossigenato” e un trasduttore ultrasonico sotto la camera permette di accelerare lo sviluppo del vino e il suo sapore.
Il risultato? Per ora la Miracle Machine riesce a produrre sei tipi di vini: il Cabernet-Sauvignon e lo Chardonnay di Napa (California), il Pinot Noir dell’Oregon, il Sauvignon Blanc di Sonoma (California), una miscela toscana e un vino rosso e bianco francese della Borgogna.
Ma nei prossimi mesi ne saranno aggiunti altri tipi, da cinque a dieci.
Il costo medio di una bottiglia si aggira sui 2 dollari ma gli ideatori assicurano che il risultato è quello di una bottiglia da 20 dollari, da bere però, entro una settimana!
Si perché la tecnologia non può sostituire la cura, la passione e il talento di un vero winemaker!
Insomma, la classe non è acqua! Proprio no, in questo caso.