Era il 29 maggio 1953 quando Edmund Hillary e Tenzing Norgay scalavano per la prima volta l’Everest, la cima più alta del mondo con i suoi 8.848 metri, oggi, a sessant’anni esatti di distanza un altro primato si registra sulla vetta più alta del pianeta. Valery Rozov, quarantottenne russo recordman degli sport estremi, ha portato a termine con successo la sua ultima sfida: il Base Jump record da un’altezza di 7.220 metri sul livello del mare. Naturalmente l’atleta non è nuovo a queste imprese. In particolare nel 2012 il suo salto da una vetta dell’Himalaya gli aveva permesso di stabilire il record del mondo lanciandosi da un’altezza di 6.420 metri.
E ora, esattamente il 5 maggio scorso, il lancio dall’Everest. Per questa impresa gli ci sono voluti oltre quattro anni di preparativi, utili soprattutto alla concezione di una tuta alare di nuova concezione. Rozov e la sua squadra, inclusa una troupe di fotografi e cineoperatori, sono stati sull’Himalaya tre settimane prima del lancio.
Rozov ha scelto come luogo del lancio il lato cinese e la parte più alta della parete. Qualche dato: ci sono voluti quattro giorni di arrampicata per raggiungere dal campo base il punto scelto. Esattamente alle14.30 (ora locale) Rozov ha compiuto il salto con una temperatura di -18° C e oltretutto con venti contrari. L’atleta russo ha volato a una velocità massima di circa 200 km/h prima di aprire il paracadute, mai come in questo caso davvero…. provvidenziale!
Ecco alcune spettacolari immagini del salto da record, tuta alare compresa.
Più in alto di così, non si poteva andare.